Alesa Arconidea è un'antica città siculo-greca situata nel territorio del comune di Tusa in provincia di Messina, sulla costa settentrionale della Sicilia.Il territorio della città di Alesa corrisponde a quello dell'attuale comune di Tusa, limitato a nord dalla costa tirrenica, ad est dal torrente Tusa e ad ovest dal fiume Pollina.

Narra Diodoro che la città fu fondata alla fine del V sec. a.C. (403 a.C.) per volere di Arconide tiranno di Herbita, su di una altura di forma stretta e allungata che domina la costa nord e l'ampia valle dello Halaisos (attuale Tusa), importante strada di penetrazione nel cuore dei Nebrodi.

Dopo la pace con la potente Siracusa il tiranno Arconide di Herbita concesse parte del territorio più settentrionale della città ai Siculi che l'avevano aiutato durante la guerra e la nuova città ebbe in suo onore il nome di Halaesa Arconidea. Il territorio si trovava al confine tra il territorio sotto l'influenza cartaginese, che arrivava fino al fiume Monalo, oggi Pollina. Nei pressi era già sorto un insediamento di mercenari campani stabilito qui dai Cartaginesi dopo la pace con Siracusa nel 405 a.C.: il nuovo insediamento greco-siculo ha anche il compito di fronteggiare un'eventuale espansione cartaginese nella zona. Le monete coniate ad Alasa hanno come emblema della città una colonna sormontata da un cane, simboleggiando la sua funzione di controllo del territorio: il simbolo è tuttora presente nello stemma comunale di Tusa.

La presenza di un tempio del dio Adrano ('Αδρανιείον), il cui culto era diffuso nella zona dell'Etna, potrebbe indicare una provenienza dei nuovi cittadini da questa zona.

Alesa Arconidea aderì all'alleanza siculo-greca del 339 a.C., condotta da Timoleonte, a capo di una spedizione da Corinto contro il tiranno Trasibulo di Siracusa, con lo scopo di instaurare nella città ordinamenti democratici e di proteggere le città alleate dai governi aristocratici e tirannici e dai Cartaginesi. L'alleanza (symmachia) coniò una moneta comune. Alesa acquistò rapidamente una posizione di preminenza tra le città sicule dell'alleanza

Le fonti ci indicano inoltre la partecipazione di Alesa al gruppo di sedici città incaricate di fornire a turno la guarnigione per la protezione del santuario dei Venere Ericina di Erice: tutte le città del gruppo vantavano origini troiane. Un sacello con una statuetta di marmo frammentaria di una figura femminile colta nell'atto di ravviarsi i capelli, è stato interpretato come un luogo di culto dedicato alla dea nella città.

Intorno al 269 a.C., nel momento decisivo della guerra tra Gerone II e i Mamertini, Alesa, seguita da Abaceno e Tindari, si consegnò spontaneamente a Gerone II. Pochi anni dopo, mentre infuriava la Prima guerra punica (263 a.C.), prima tra tutte le città della Sicilia scelse di sottomettersi ai Romani, avviando una linea politica che doveva procurare alla città particolari vantaggi. Così nell'assetto giuridico e tributario dato alla Sicilia dopo la conquista di Siracusa, Alesa ebbe il privilegio di far parte delle cinque "civitates liberae et immunes", fu quindi esente dalla decima dei prodotti agricoli da inviare a Roma e poté eleggere il proprio Senato, i propri magistrati e utilizzare proprie leggi.

La città dovette godere grande rigoglio economico a partire dall'età repubblicana come suggerisce la presenza precoce di mercanti italici, documentata epigraficamente per un monumento innalzato, forse intorno al 193 a.C., in onore del governatore Lucio Cornelio Scipione.

Fu una delle quattro città siciliane che ottenne lo status di municipium prima della morte di Augusto come indica una iscrizione con dedica ad Augusto da parte del Municipium.

L'evidenza archeologica fa ipotizzare che Alesa godette ancora di una certa prosperità nella prima età imperiale; mancano fonti storiche per l'età medio e tardo imperiale, ma il nome di Alesa, ricorre in tutte le fonti itinerarie antiche.

L'abbandono completo del sito deve coincidere con quel momento che vede l'occupazione stabile della costa settentrionale dell'Isola da parte degli Arabi. Dalle rovine di Alesa sorgerà l'odierna Tusa, strategicamente dislocata più all'interno, sulla sommità di una altura naturalmente fortificata.

 

 
(LAT)

Siciliae civitates multae sunt, iudices, ornatae atque honestae, ex quibus in primis numeranda est civitas Halaesina; nullam enim reperietis aut officis fideliorem aut copii locupletiorem aut auctoritate graviorem

( M. Tullius Cicero. Orationes in Verrem, III 73, 170)

(IT)

“Vi sono in Sicilia, giudici, molte città belle e importanti, tra le quali va annoverata fra le prime la città di Halaesa; non ne troverete una più scrupolosa nell’adempimento dei suoi doveri, o più ricca di risorse o più importante per prestigio”.

[Trad. di G. BELLARDI, Le orazioni di M. Tullio Cicerone, Torino, I, 1978]