Rhegion (greco: Ρήγιoν, leggi rheghion) è l'antico nome della colonia greca di Reggio Calabria.

Sul sito di Rhegion sorgeva dal III millennio a.C. un insediamento occupato da popolazioni autoctone quali gli Aschenazi, gli Ausoni, gli Itali governati da Re Italo (da cui il nome di Italia successivamente esteso alla penisola) e dal mitico re Giocasto (la cui tomba sorgeva sul promontorio di Punta Calamizzi -Pallantiòn, punto d'approdo dei coloni greci). Nell'VIII secolo a.C. i calcidesi fondarono una colonia greca mantenendo il preesistente nome di Rhegion (Capo del Re), già noto come Erythrà (Ερυθρά, La Rossa).

Rhegion fu una tra le più importanti città della Magna Grecia raggiungendo nel V secolo a.C. una notevole importanza politica ed economica sotto il governo di Anassila. La polis raggiunse dunque un grande pregio artistico-culturale grazie alla sua scuola filosofica pitagorica ed alle sue scuole di scultura e di poesia nelle quali si formaranno artisti come Pitagora da Reggio e Ibico.

Divenne quindi alleata di Atene nella guerra del Peloponneso e successivamente fu espugnata dai siracusani di Dionigi I nel 387 a.C.

È tra le più antiche città d'Europa: L'antica Rhegion, fu tra tutte, la più antica colonia greca fondata in Italia meridionale. Il sito dove fu fondata la città era già abitato da indigeni (gli Ausoni ricordati da Diodoro Siculo e gli Enotri citati da Dionigi di Alicarnasso e da Strabone), la cui presenza è attestata dal rinvenimento di tombe in loco.

Rhegion venne fondata poco dopo la metà dell'VIII secolo a.C. (intorno al 760 a.C.) da genti calcidesi e messeniche; secondo il mito, fu l'oracolo di Delfi ad indicare loro il luogo dove fondare la nuova città: «Laddove l'Apsias, il più sacro dei fiumi, si getta nel mare, laddove, mentre sbarchi, una femmina si unisce ad un maschio, là fonda una città; (il dio) ti concede la terra ausone» (Diod. VIII,23; Strab. VI, 1,6; Her.Lem., Cost. 25; Dion.Hal., Excerpta XIX,2). Il toponimo, similmente a Roghudi e Riace, viene interpretato come derivato da “Ruha ake”, luogo del vento nelle lingue sumero-accadiche (G. Tripodi, Atti Accad. Peloritana dei Pericolanti, 88 p. 45, 2012). L'antichità del toponimo è sostenuta da quella del fiume Apsias, derivata da Apsu, l'acqua primordiale nelle religioni mesopotamiche.

Città autonoma nelle istituzioni governative, Rhegium fu importante alleata e socia navalis di Roma. Successivamente in età imperiale divenne uno dei più importanti e floridi centri dell'Italia meridionale, essendo tra l'altro sede del governatore della Regio III Lucania et Bruttii (Regione di Lucania e Bruzio). Era inoltre il capolinea della Via Capua-Rhegium che la collegava a Capua in Campania ed attraversava tutto il versante tirrenico meridionale della penisola.

L'antica Rhegion sorgeva sulla riva destra dell'Apsias, l'attuale Calcopinace in una posizione strategica che, assieme alla città di Zancle, odierna Messina, doveva assicurare il controllo dello Stretto, un passaggio obbligato nelle principali rotte commerciali del Mediterraneo antico. Secondo Tucidide l'antica Rhegion venne fondata in un periodo compreso tra il 730-720 a.C. da coloni di origine calcidese con l'appoggio di alcuni nobili messeni. Le fonti a proposito ricordano due ecisti fondatori : Artimedes di Calcide, che fondò Rhegion, e Antimnestos di Zancle che fondò la dirimpettaia colonia di Zancle.

Sempre Tucidide narra del ruolo decisivo avuto dall'oracolo di Apollo a Delfi nella fondazione delle due città sullo Stretto. Durante la guerra messenica, sul finire del VIII secolo a.C. alcuni nobili della città di Messana, sopraffatti dagli spartani, consultarono l'oracolo per decidere il luogo della colonizzazione. Apollo per bocca della Pizia li costrinse ad unirsi al gruppo dei calcidesi per fondare due città dirimpettaie a controllo delle rotte commerciali dello Stretto di Messina.

L'antica Rhegion conobbe, anche se per poco tempo, un momento di grande espansione commerciale e territoriale durante il V secolo a.C. quando il tiranno Anassilao avviò una possente campagna militare di espansione in Sicilia, conquistando e sottomettendo la dirimpettaia Zancle, che prese da allora il nome di Messena. Il controllo univoco delle rotte commerciali tra lo Ionio ed il Tirreno, portò la città di Rhegion a conoscere un periodo di prosperità e ricchezza. La città si estese per 80 ettari di superficie contando una popolazione di 20 mila abitanti. Anassilao fece costruire una possente cinta muraria in mattoni crudi.

Il IV secolo a.C. segna invece un periodo caratterizzato da assedi e distruzioni a partire dalla tregua del 393 a.C. firmata con Dionisio di Siracusa che, alleato di Locri Epizefiri, sottomise la città al pagamento di forti tributi. Cinque anni più tardi, in una nuova crisi con i siracusani, Rhegion venne messa ancora sotto assedio per 11 mesi ed infine conquistata con la deportazione degli ultimi resistenti a Siracusa. Dopo le scorribande di Pirro e di Annibale, nel III secolo a.C. Rhegion divenne municipio romano col nome di Rhegium Iuleum.

Nel periodo di massimo splendore economico, Rhegion conobbe altresì una florida attività artistica e culturale. Nel V secolo a.C. infatti nella colonia calcidese operavano artisti del calibro di Syllax, decoratore del Peloponneso, il maestro scultore Klearkos ed il suo più famoso e celebrato discepolo Pitagora di Reggio, che scolpì le più belle statue dell'antichità in Grecia e Magna Grecia, ed oggi indicato tra i possibili realizzatori dei Bronzi di Riace.

Età medioevale

In epoca bizantina Reggio divenne infatti Metropoli dei possedimenti bizantini dell'Italia Meridionale, Capitale del Ducato di Calabria e perno del rito greco in Italia. Conobbe una certa prosperità fino all'VIII secolo, quando assurse a sede episcopale.

Molti furono i popoli che si avvicendarono a Reggio in epoca alto-medievale, a testimonianza dell'interesse strategico della città. Per alcune centinaia di anni Reggio fu materia di contesa tra Saraceni, dai quali fu liberata nel 1005 grazie all'aiuto della Repubblica di Pisa, Longobardi, Bizantini e Normanni. Nel 1060 Roberto il Guiscardo e Ruggero d'Altavilla la sottrassero per sempre ai Bizantini. Ma gli elementi della cultura e della religiosità greca sopravvissero fino al XVII secolo, anche se nel 1081 papa Gregorio VII ristabilì il rito latino.

Nel 1282 durante i Vespri Siciliani Reggio si schierò al fianco di Messina e delle altre città della Sicilia orientale, con cui condivideva storia ed interessi commerciali e culturali, appoggiando nella rivolta anti-angioina le forze aragonesi. Successivamente la città venne assegnata al Regno di Napoli nel XIV secolo ed ottenne nuovi poteri amministrativi di larga base comunale.

Età moderna

Nel Cinquecento le continue incursioni barbariche, le epidemie e l'oppressivo fiscalismo della dominazione spagnola portarono Reggio ad una decadenza che culminò con il disastroso terremoto del 1783. Il sisma infatti danneggiò gravemente Reggio e tutta la Calabria meridionale.

Nel 1806 Napoleone occupò la città, destinandola a ducato ed a suo quartier generale. Reggio liberale ebbe quindi un certo ruolo nei moti risorgimentali ed entrò a far parte del Regno d'Italia.

A Reggio, all'alba del 21 agosto 1860 con la celebre Battaglia di Piazza Duomo, Giuseppe Garibaldi conquistò il Regno delle Due Sicilie che consegnò al Re Vittorio Emanuele II. Il sindaco della città Brun Antonio Rossi fu dunque il primo del Regno a proclamare la fine del dominio di Francesco II e l'inizio della dittatura del generale Garibaldi. Il quale, a ricordo della battaglia, scrisse:

«Un piede è posto al fin sulle ridenti sponde di Reggio e di novella gloria ornar la fronte gli argonauti invano spesseggian folti incrociatori e invano oste nemica numerosa, il dito di Dio conduce la tirannicida falange e oste e baluardi e troni son rovesciati nella polvee e riede sulle ruine del delitto il santo dell'uom diritto e libertade, e il cielo alla redente umanità sorride.»

(Giuseppe Garibaldi)