Filodèmo (greco antico Φιλόδημος, latino Philodemus) nacque a Gadara, in Siria, attorno al 110 a.C. fu allievo di Zenone di Sidone e verso l'80 a.C. si trasferì in Italia, dove riuscì a ottenere la protezione di Calpurnio Pisone che gli regalò una splendida villa a Ercolano, dove fondò una scuola epicurea. Secondo la testimonianza di Cicerone nella sua scuola si raccolsero moti dei più brillanti giovani studiosi di letteratura e filosofia, fra i quali Virgilio, Lucio Varo, Quintilio Varo, Vario Rufo, e Orazio.

Filodemo fu una figura di primo piano nella fioritura del movimento epicureo nella Roma tardo-repubblicana, movimento a cui parteciparono, fra gli altri, anche Lucrezio, Orazio e Virgilio. Nelle sue opere lasciò trasparire chiare tendenze repubblicane, tanto che, con molti dei suoi allievi, nel 44 a.C. si schierò contro Marco Antonio. Fu autore di una storia della filosofia di oltre 10 libri e si dedicò anche a studi della teoria musicale; di lui si conservano, nell'Antologia Palatina, una trentina di epigrammi, tutti di argomento erotico.

Filodemo fu sostanzialmente un poeta d'amore, ma in modo diverso rispetto a Meleagro: infatti, nell'autore epicureo, l'amore appare come un'esperienza della ragione e non dei sensi e del sentimento. Inoltre nella tematica amorosa non trova spazio la passione tormentosa, ma un soddisfacimento privo di implicazioni di un impulso naturale. Le tematiche amatorie di Filodemo presentano spunti di notevole vigore espressivo per la sua tendenza a un impiego pittoresco e originale dell'immaginario poetico tradizionale. Ma l'amore del poeta ellenistico non fa difetto anche di momenti di intensità emotiva, che, seppur controllata, è rintracciabile nella contrapposizione di eros e thanatos, rielaborati con toni melanconici come all'epigramma riportato nell'Antologia Palatina IX-570.

Filodemo ebbe un sostanziale interesse per le situazioni non comuni e un certo gusto per la curiosa trasgressività di situazioni estreme. Un precipuo esempio riferito a questo discorso può essere l'epigramma della Anthologia Palatina V-13 in cui è descritto il miracolo della bellezza di una donna che ha saputo fermare il tempo. Anche un altro tema ricorre spesso negli epigrammi di Filodemo: esso consiste nella vecchiaia che non sopisce il desiderio, semmai lo indirizza verso altri soggetti.