Engyon (Ἔγγυον in greco antico) è una antica e leggendaria città della Sicilia. Secondo la leggenda una colonia cretese, famosa per il suo tempio alle dee madri depredato da Verre. Il sito è sconosciuto, potrebbe essere identificabile con Gangi o Troina. In latino è detta Engyum, in italiano Engio.

Diodoro Siculo ha tramandato la notizia secondo la quale furono i Cretesi sopravvissuti alla morte di Minosse a fondare Engio, a cui avrebbero dato il nome di una sorgente.

La zona dove sorge l'attuale paese di Gangi è stata abitata fin dalla preistoria. Nelle rocce di quarzarenite lungo la vallata del fiume Gangi, sono state rinvenute tombe a grotticella risalenti al Neolitico. Sono visibili, anche, dei resti di un grosso insediamento indigeno di stampo ellenico e di altri centri minori della stessa epoca e, sparsi sul territorio, resti di insediamenti di età romana e tardo-romana, di età bizantina e islamica. Per alcuni, nessuno di questi indizi sembrerebbe accertare le ipotesi di presenza nel territorio delle antiche città di Engyon o Herbita. Per altri, diversi indizi ed elementi farebbero, invece, pensare all'esistenza nel territorio delle medesime antiche città.

Una tradizione storicizzata identifica Engyon con Gangi (probabilmente in località Gangivecchio e dintorni o ad Alburchia antico centro abitato a pochi km dall'odierna Gangi). Favorevoli ad una tale identificazione sono stati nei secoli: Airoldi, Cluverio, Amico, J. Berard, J. Bayet, E. Maganuco, F. Giunta, Angelini, G. Storey e altri, sebbene ad oggi nessun dato scientifico inconfutabile attesti l’identificazione di Engyon con Gangi o con Gangi Vecchio o con Alburchia, individuazione che rimane dunque ancora relegata nell'ambito delle ipotesi e della tradizione storiografica.