Krastos (o Krastòs), era un insediamento della Sicilia antica sui Monti Sicani, oggi identificato con le opere murarie trovate sulle alture intorno Castronovo di Sicilia (il suo nome arabo, Kassar, rimanda appunto a delle fortificazioni). Secondo lo storico greco Erodoto venne fondata dallo spartano Dorieo, che vi eresse un tempio dedicato ad Atena Crastia.

Alcuni ritrovamenti sono da mettere in relazione con il mondo greco siceliota, mentre nulla premette di inferire che sull'area vi fosse stato un insediamento siculo o sicano.

Fondata in periodo arcaico, la città vive fino al periodo bizantino. Tra tutti i centri antichi conosciuti finora dalla letteratura antica il centro fortificato di Kassar corrisponde alla città di Krastos, menzionata durante gli avvenimenti della ritirata dei misthophòroi siracusani, verso il 453 a. C. ed è conosciuta anche per la grande ricchezza di bronzi come Polizello. A Krastos nacque il fondatore della commedia greca, il filosofo e poeta Epicarmo.

Ai piedi della montagna nascono i due maggiori fiumi della Sicilia: fiume Torto (l'antico Himera) che va verso nord e fiume Platani (l'antico Halykos) che va verso sud. Le due vallate dei fiumi sono state le vie di penetrazione verso l'interno delle due città della costa: Agrigento e Himera, quest'ultima, già sul finire del VI sec., dominata dai tiranni di Agrigento.

La posizione, già rinforzata per natura, venne fortificata, certamente da parte degli Agrigentini, con un'opera militare a secco destinata a coprire quei fianchi meno difesi dal terreno. La fortificazione è del solito tipo, con paramenti esterni a grandi conci più o meno levigati e con emplecton formato da pietrame e terra. Mentre la parte bassa della città è difesa da questa linea fortificata, l'acropoli è difesa da due opere militari. Agli angoli importanti della città si trovano le torrette di m 10 × 12, e le stesse difendono le due porte che corrispondono alle due vie naturali: per Agrigento e per Himera.

Fu oggetto nella prima metà del V secolo a.C. di una spedizione di Agrigento, che ebbe come effetto il coalizzarsi di Gela e di Imera e nel 461 a.C. vi si svolse una battaglia tra Gela e Himera.

Nel periodo 470-460 a.C. Gela affronta la città indigena di Krastòs.

“Nel 405 a.C. , sostiene Diodoro Siculo, i Cartaginesi occupano tutta la Sicilia meridionale fino alle porte di Siracusa distruggendo Akragas, Krastòs, Kakiron, Maktorion, Ghelas e Kamarina.”