Thapsos (Θαψός in greco antico) è uno dei più importanti siti protostorici siciliani. È il centro eponimo per la cosiddetta Cultura di Thapsos che in Sicilia si identifica la media età del bronzo. Il sito è localizzato sulla penisola di Magnisi (dall'arabo Mismar, chiodo), nel comune di Priolo Gargallo, in provincia di Siracusa.

La cronologia non è ancora certa ma sembra andare dalla prima età del bronzo fino all'VIII secolo a.C., in coincidenza con la colonizzazione greca della Sicilia orientale. Il sito è stato studiato nel 1880 da Saverio Cavallari prima e Paolo Orsi poi, Giuseppe Voza e Luigi Bernabò Brea negli anni settanta del novecento.

Il sito era abitato sin dall'età del bronzo cioè tra il XIV e il XIII sec. a.C. con una sua cultura detta cultura di Thapsos che succede alla cultura di Castelluccio presente nell'entroterra ma è contemporanea alla cultura della zona nord-orientale della Sicilia, di Milazzo e delle Eolie. La località era ideale come approdo dal mare per la presenza di due golfi a nord e a sud dell'istmo, divenendo subito un importante centro commerciale del Mediterraneo.

Thapsos è particolarmente nota per i rinvenimenti di reperti di origine egea (micenea e cipriota in particolare) che dimostrano rapporti commerciali tra l'Egeo e la Sicilia. Reperti della cultura di Borg in-Nadur testimoniano anche rapporti con l'arcipelago maltese. La maggior parte dei reperti provenienti dagli scavi di Thapsos è oggi esposta al Museo Archeologico Regionale "Paolo Orsi" di Siracusa.

Secondo lo storico greco Tucidide, che ne ricorda per la prima volta il nome, Thapsos sarebbe stata la prima effimera sede di una colonia di greci Megaresi i quali, dopo la morte del loro ecista Lamis, abbandonarono il sito per mancanza d'acqua e fondarono a poca distanza Megara Iblea (728-727 a.C.). Sempre a Thapsos si accampò l'esercito ateniese prima di assediare Siracusa nel corso della guerra del Peloponneso (415-413 a.C.) fortificando l'approdo.