Megara Hyblaea è il nome latino di Megara Iblea (in greco antico: Μέγαρα Ὑβλαία, Mégara Hybláia), antica colonia greca in Sicilia, situata nei pressi di Augusta. Il primo nome di questa colonia sarebbe stato Hybla Mikrà (Ὕβλα μικρά), ossia piccola Ibla.

I Megaresi dell'Ellade derivarono l'appellativo di «Iblea» perché la loro polis, sorgendo nel territorio del re Iblone, si fece continuatrice del nome siculo in segno di riconoscimento verso il sovrano autoctono che aveva loro concesso la terra. Secondo lo storico Pausania invece l'origine del nome Ibla a sua volta si riferirebbe all'omonima divinità sicula.

In età classica fu detta invece Mègara Hyblàia (Μέγαρα Ὑβλαία). Il nome Mègara deriva dal fatto che i colonizzatori greci vollero perpetuare il nome della propria città d'origine, in Attica.

Secondo alcuni testi, quando Erodoto e Tucidide parlano di Hybla Gheleàtis (Ὕβλα Γελεᾶτις), ossia Ibla Geleate, si riferiscono sempre a Mègara Hyblàia, come confermerebbe la notizia del bizantino Stefano che lega tale popolazione agli indovini detti per l'appunto Galeoti; per altri invece il nome Ibla Geleate sarebbe attribuibile ad una sub-colonia di Gela che sorgeva nel territorio dell'attuale Piazza Armerina.

Quando la città terminò la sua storia di colonia indipendente e passò sotto il dominio romano, venne denominata in Latino Megara Hyblaea, latinizzazione del termine greco usato in età classica. Oggi in Italiano il termine con il quale la colonia è più conosciuta e citata nei testi di Storia, nei vocabolari e nelle enciclopedie è Mègara Iblea.

Fu fondata nel 728 a.C. da colonizzatori megaresi, i quali in precedenza si erano insediati nei pressi di Trotilon (l'attuale Brucoli), a Leontini ed a Thapsos.

Tucidide narra che venne fondata dall'ecista Lamis, proveniente da Megara Nisea che morì nella poco distante Thapsos. Secondo la tradizione i megaresi ottennero la terra su cui istituire la colonia dal re siculo Iblone. In segno di gratitudine la nuova città assunse anche l'appellativo di Iblea. Circa cento anni dopo, gli iblei, probabilmente in cerca di nuovo suolo destinato al loro sviluppo, fondarono Selinunte.

Non è mai sembrata essere una città di rilevante importanza e non ha mai tratto alcun vantaggio dalla sua posizione. Venne distrutta da Gelone nel 481 a.C. circa e sembra che le sue mura fossero rase al suolo. Nella spedizione ateniese contro Siracusa (415-413 a.C.), Lamaco propose (essendo allora deserta) di renderla una base operativa in forza all'esercito ateniese; ma la sua proposta non venne tenuta in considerazione finché i siracusani stessi non la fortificarono. Nel 309 a.C. venne ancora fortificata.

Nel corso della seconda guerra punica venne distrutta dalle truppe del console Marco Claudio Marcello che andava ad assediare Siracusa. La città non venne mai più ricostruita ed in epoche successive soltanto isolate fattorie si insediarono sul suo territorio.

Secondo alcuni autori fu la città natale del commediografo Epicarmo. La città viene in qualche modo collegata a quella evoluzione che portò il canto di bisboccia (komos) ad evolversi in mimica farsesca fino a delineare un nuovo genere letterario, la commedia greca.