Casilinum è l'antico nome latino del porto fluviale della Capua antica, corrispondente alla Capua moderna, mentre la Capua antica corrisponde all'attuale Santa Maria Capua Vetere.

Il porto fluviale era situato a nord-ovest della città principale (circondata da tre lati dai fiumi) e costituiva un centro abitato di modeste dimensioni, sorto in posizione strategica nelle vicinanze del ponte della via Appia sul Volturno, oltre al punto di congiunzione tra l'Appia e la via Latina.

Durante la Seconda guerra punica fu contesa tra Cartaginesi, capitanati da Annibale Barca, e Romani, sotto il comando di Quinto Fabio Massimo Verrucoso detto il Temporeggiatore, e fu infine annessa da questi ultimi. Stretta d'assedio dai Cartaginesi, la città patì la fame al punto che gli assediati si cibarono di pelli e cinghie degli scudi, oltreché di topi. Vissero di noci inviate loro dai Romani attraverso il fiume Volturno.

In seguito divenne una Prefettura: Cesare vi dedusse una colonia nel 59 a.C., rinnovata in seguito da Antonio. Ebbe poi un lento regresso fino al I secolo d.C., quando venne abbandonata dalla popolazione. Prima del regno di Vespasiano probabilmente Casilinum era già unita a Capua Antica. Nel 554, tra le sue rovine, l'esercito bizantino sconfisse i Goti in battaglia. Fu qui che la civitas capuana trovò rifugio in seguito alle incursioni dei saraceni.

Nel corso del Medioevo, pur essendo stata disabitata per un certo periodo e poi ripopolata sotto altro nome, ispirò l'onomastica della via Latina, che prese il nuovo nome di via Casilina, utilizzato fino ai giorni nostri.