ANTIOCO di Siracusa. - Storico siciliano del sec. V a. C. Era figlio di Senofane e nativo di Siracusa, ond'è comunemente conosciuto col nome di A. siracusano. Dalle citazioni degli antichi egli appare autore di due opere distinte: una sull'Italia, l'altra sulla Sicilia. Nella prima, che, a quanto si può giudicare, formava un libro solo, egli trattava dei popoli che abitarono la parte più meridionale della penisola, e delle colonie ivi fondate dai Greci, fino a quella di Eraclea (432 a. C.). Nella seconda esponeva la storia di Sicilia da Cocalo re dei Sicani sino al congresso di Gela (424 a. C.). Questa era divisa in nove libri, e certamente la divisione fu fatta posteriormente da mano di eruditi, come per l'opera di Erodoto. Non sappiamo se fra i nove libri fosse compreso anche quello sull'Italia, che trattando dell'origine dei Siculi, poteva servire d'introduzione alla storia di Sicilia. Antioco scrisse in dialetto ionico, ch'era, sino al suo tempo, quello comune alla prosa narrativa (logografia); e si comprende per ciò che fosse anch'egli designato come un logografo dei Greci di Occidente. Ragioni assai stringenti di carattere filologico portano a credere che le opere di A. siano state in mano a Tucidide, il quale ne trasse notizie relative alla storia più antica della Sicilia e delle isole minori. A. non può pertanto averle pubblicate più tardi della fine del sec. V, e le migliori probabilità sono che la pubblicazione sia avvenuta tra il 420 circa ed il 415: ond'essa non seguì a grande distanza di tempo l'ultima parte dell'opera di Erodoto.

Le opere storiche posteriori, e soprattutto quella di Timeo, fecero andare in dimenticanza A.; il quale, com'è stato giustamente osservato, avrebbe avuto per la storia dei Greci di occidente la stessa importanza che ha Erodoto per la Grecia propriamente detta.