Al nome di Anassilao è legato il periodo di maggiore potenza militare e politica dell’antica colonia calcidese di Rhegion, a lui si deve la creazione del potente Stato magnogreco dello Stretto che univa politicamente le odierne città di Reggio Calabria e Messina. Tale Stato, che solo per un breve periodo riuscì a controllare i traffici marittimi, rappresenta storicamente il primo tentativo di ricondurre ad unità politica le due sponde dello Stretto. Il suo nome, Anaxilas, figura tra i vincitori della settantatreesima olimpiade del 480 a.C. e, come tale, celebrato in un epinicio di Simonide di Ceo. Il tiranno reggino avrebbe trionfato nella corsa di bighe trascinate da mule, e la scena sarebbe stata riprodotta su un lato delle monete di Messana, città greca patria del tiranno.

Anassilao giunse al potere nel 494 a.C. dopo aver rovesciato militarmente l’oligarchia che dominava l'antica Rhegion, così come ci viene confermato dallo storico Dionisio di Alicarnasso. Quasi certamente, Anassilao approfittò della crisi interna dell’oligarchia dominante, incapace probabilmente di contenere le mire espansionistiche di Gela. Sentendosi minacciati da Ippocrate, tiranno di Gela che si era impadronito di Zancle, i reggini guardarono ad Anassilao come l’unico in grado di controllare una situazione che andava facendosi sempre più difficile. Appena tre anni dopo la sua ascesa al potere, Anassilao decise di passare direttamente all’azione per conquistare Zancle e sottometterla al suo disegno egemonico. Nel 491 a.C. passato lo stretto con il suo esercito e spalleggiato da un consistente gruppo di messeni, riuscì ad impossessarsi della città che ribattezzò Messana in onore della sua originaria patria. Poco dopo Anassilao attaccò anche Locri, infrangendo una vecchia alleanza che aveva portato alla comune vittoria contro la potente Crotone nella celebre battaglia della Sagra avvenuta nel 560 a.C.

La vittoria sui locresi, indusse questi ultimi a cercare aiuto presso la città di Siracusa e di riflesso i reggini di Anassilao a rivolgersi ai cartaginesi di Amilcare. Si preparava dunque uno scontro finale fra la coalizione calcidese-punica e quella dorica di Siracusa e Locri. Ma mentre le forze della coalizione dorica erano già pronte all’attacco, al momento dello sbarco delle ingenti forze cartaginesi, avvenuto ad Imera, l'esercito di Anassilao non raggiunse in tempo il luogo della pugna per l'estrema tempestività dell'attacco di Gelone al campo cartaginese. La morte di Amilcare, trucidato da spie di Gelone e l'incendio dato alle navi cartaginesi per impedirne la ritirata, provocarono lo sbandamento dell'esercito punico decidendo l’esito della guerra.

Anassilao riuscì comunque a mantenere il controllo della città di Rhegion dando in sposa al re siracusano una delle sue figlie, ed accettandone di diventare suo vassallo. Morì nel 476 a.C. dopo 18 anni di indiscusso potere, passando alla storia come il primo uomo ad aver unito lo Stretto di Messina sotto un'unica autorità politica.