Pandosia (nome greco: Πανδοσία), antica località del Bruzio (nei pressi dell’odierna Cosenza): fu antica fortezza degli Enotri, occupata dai coloni greci e poi ripresa dagli indigeni; combattendo contro questi morì a Pandosia, Alessandro d’Epiro (331 a.C.); nel 203 a.C. la città fu conquistata dai Romani.
Acri è stata identificata con Pandosia da diversi studiosi recenti del XVIII, XIX secolo e del XX secolo. Distante pochi chilometri da Cosenza, seguendo il corso del fiume "Acheronte/Mucone" (via naturale dell'epoca ) si è al di sotto dei 30 km, e vista la presenza dei tre colli indicati dallo stesso Livio e di numerosi fiumi minori (i quali avrebbero diviso l'esercito del Molosso) si candida anch'essa al titolo di Pandosia, capitale del regno di re Italo da cui probabilmente il nome Italia (re degl'Itali). Differentemente dalle altre candidate abbondanti ritrovamenti archeologici fanno pendere l'ago della bilancia dalla sua parte.
In scavi condotti negli anni 1999, 2000 e 2002 e 2008, sono stati rinvenuti i resti di due grossi insediamenti Bruzi, con oggetti di uso quotidiano, con fornaci per la fabbricazione della ceramica e resti di ville romane del II secolo a.C. e del I secolo a.C., inoltre in località Timpone della Morte nei pressi della frazione di San Lorenzo di Acri, posta a mezza costa sulla riva destra del Fiume Mucone, vicinissima al fiume Crati sul confine geografico tra i territorio della città di Acri e della comune di Bisignano, nell'ultima campagna di scavo avvenuta nel 2008, è stato scoperto e parzialmente indagato un colle fortificato a controllo della valle sottostante,che a seguito della descrizione dettagliata del prof. A. Vanzetti dell'Università La Sapienza di Roma è da identificare al periodo di massima espansione dei Bruzii.( Conferenza stampa del 9 dicembre 2009 ore 9.30 Cineteatro Comunale città di Acri; organizzato dalla Associazione Archeologica A.C.R.A e dalla Fondazione Vicenzo Padula).
Pandosia sorgeva su un colle tra i fiumi Agri (Acheronte) e Sinni (Signum), un tempo navigabili, e controllava tutta la piana sottostante (piana di Metaponto). Strabone ipotizza che sia stata fondata dagli Enotri e dice che Enotrio era uno dei ventitré figli di Licaone, che signoreggiò nella Lucania Orientale. Però non tutti gli storici sono d’accordo con questa ipotesi. Pandosia confinava con Eraclea , altra città della Magna Grecia. Tra il 400 e 500 a.C. Taranto, alleata con il Re dell’Epiro e Eraclea, Lagaria e Pandosia, combatté contro i Lucani, alleati di Messapi e Sanniti e scesi dall’ Italia Centrale a quella Meridionale nel VI secolo a.C. Durante questa guerra nel fiume Agri morì Alessandro il Molosso, lo zio di Alessandro Magno. Egli era il comandante dei soldati inviati dall’Epiro. Era venuto nella Magna Grecia per fuggire dalla propria patria, perché un oracolo gli aveva predetto che egli sarebbe morto presso Pandosia e, precisamente, nel fiume Acheronte (Agri). Presso l’Agri e il Sinni si combatté un’altra grande battaglia fra le legioni romane di Valerio Levino e l’esercito di Pirro e Taranto. In questa battaglia, detta di Eraclea, morirono 1500 soldati romani e altrettanti soldati di Pirro e dei suoi alleati. Pandosia fu distrutta successivamente dalle legioni di Lucio Silla nell’ 81 d.C.